Le bevande alcoliche come vino, birra, cocktail e superalcolici possono occasionalmente provocare sintomi simili a un’allergia, anche senza consumarne grandi quantità o ubriacarsi. Questi sintomi possono derivare più spesso da ipersensibilità o intolleranza a certi componenti delle bevande alcoliche. Tuttavia, se ne parla poco e le informazioni per i consumatori sono limitate. È importante riconoscere questi sintomi comuni per evitare rischi durante momenti di svago, quando si è meno vigili, scrive il sito dottoremaeveroche.it.
Un articolo di Maria Frega (Pensiero Scientifico Editore)
Questo è un articolo tratto da dottoremaeveroche.it. Il sito offre alla popolazione un’informazione accessibile, scientificamente solida e trasparente, e ai Medici strumenti comunicativi nuovi. Dottoremaeveroche.it collabora regolarmente con l’Istituto di Medicina Generale e Public Health di Bolzano per pubblicare e divulgare informazioni sanitarie.
Dottore, quali sono i segni dell’allergia agli alcolici?
I sintomi dell’allergia all’alcol sono simili a quelli di altre allergie. Il segno più evidente è l’eruzione cutanea. Può cominciare con una vampata di calore per poi diventare orticaria. In casi più rari si possono verificare asma e shock anafilattico.
Tali reazioni sono causate dai nostri anticorpi che reagiscono a sostanze che l’organismo riconosce come dannose; si attiva così il sistema immunitario dando origine ai sintomi descritti. Altri sintomi documentati comprendono mal di testa e anomalie del respiro.
Le reazioni più leggere, che si manifestano solo con arrossamento del viso e del petto e vampate di calore, non rientrano nelle allergie. Si tratta, in questi casi, di intolleranza, una reazione non immunologica, cioè che non coinvolge il sistema immunitario, ma è causata soprattutto dall’effetto vasodilatatore dell’alcol.
Altri sintomi dell’intolleranza sono: rinite (naso che cola), abbassamento della pressione sanguigna, nausea e talvolta anche vomito e diarrea.
Alcune persone, inoltre, sono intolleranti all’alcol perché non dispongono degli enzimi che scompongono le tossine dell’alcol. Questa caratteristica ha origine genetica ed è presente in maniera diffusa soprattutto nelle persone asiatiche [1,2].
Quali sono gli ingredienti più rischiosi negli alcolici?
Le allergie vere e proprie sono soprattutto scatenate dai cereali utilizzati in birre e alcolici ad alta gradazione: mais, frumento, segale. Le intolleranze, invece, dipendono da ingredienti diversi o dai prodotti chimici utilizzati per la fermentazione o la conservazione, come per esempio i solfiti [2]. Degli effetti nocivi degli alcolici, e del vino in particolare, ma diversi dalle reazioni di questo tipo, abbiamo parlato nella scheda “Il vino fa buon sangue?”.
Perché nelle bottiglie di vino si avverte che contengono solfiti? Sono pericolosi?
I solfiti sono composti chimici impiegati in moltissime preparazioni alimentari. Si producono naturalmente quando l’uva fermenta, oppure sono aggiunti, durante la vinificazione, per le loro proprietà antiossidanti, antimicrobiche e conservanti.
Non è stata ancora accertata la dose giornaliera sicura su queste sostanze né è disponibile un test che accerti, con evidenze chiare, se un soggetto sia intollerante ai solfiti oppure no.
Non è raro, però, che in certe concentrazioni provochino reazioni avverse. Circa un asmatico su dieci ha sintomi importanti quando consuma vino: eruzioni cutanee, respiro sibilante e, nei casi peggiori ma più rari, reazioni anafilattiche [3]. Per questo è obbligatorio indicare la presenza dei solfiti nelle etichette dei vini.
Quali sono le altre sostanze rischiose?
Rimanendo nell’ambito del vino, e in particolare di quello rosso, una delle sostanze più a rischio è l’istamina. Gli intolleranti all’istamina sono molti e, di solito, evitano i pomodori, alcuni formaggi e gli alimenti in scatola. Per chi, come loro, non possiede gli enzimi che scompongono questa sostanza, un sorso di vino rosso può causare mal di testa, ipotensione, vampate di calore, diarrea, prurito e, molto spesso, orticaria [4,5].
Più rare sono le allergie da lieviti e da muffe. Nel primo caso le bevande colpevoli sono le birre, i vini e alcuni distillati. Le muffe, invece, possono formarsi sui tappi di sughero ma, poiché alterano l’odore del vino, è facile accorgersene ed evitare di consumare la bottiglia contaminata [6].
Come mai sulle etichette dei vini non sono indicati gli allergeni, come accade nei cibi?
È vero: le etichette sugli alcolici non sono chiare e complete come quelle dei prodotti alimentari e dei farmaci. Non esiste, al momento, un’indicazione standardizzata a livello internazionale. In Italia è obbligatorio indicare la percentuale di alcol nelle bevande alcoliche e, da pochi anni, come abbiamo visto, anche la presenza di solfiti. Le informazioni nutrizionali (ingredienti, calorie, additivi, allergeni) sono facoltative e comunque mai esplicite, anche se alcuni produttori le forniscono sul sito web dei loro marchi [7].
Dottore, come si accerta l’allergia all’alcol?
Durante la visita e dopo aver cercato la causa dei sintomi allergici, il medico deciderà se procedere con analisi specifiche. Sono disponibili test cutanei per individuare la sostanza responsabile dell’allergia, ma anche con le analisi del sangue è possibile verificare le risposte del sistema immunitario alle sostanze di cui abbiamo parlato [2].
Dottore, se scopriamo di essere allergici o intolleranti cosa possiamo fare?
L’unico rimedio è prevenire, cioè evitare l’alcol. E fare attenzione a tutte le sostanze citate che potrebbero essere contenute in altri alimenti o preparazioni. Solo eliminando dalla dieta le bevande alcoliche e i cibi che non si tollerano è possibile eliminare il rischio di sintomi anche gravi. L’intolleranza o l’allergia all’alcol sono condizioni permanenti, non possono regredire o guarire. Come abbiamo visto, è molto utile imparare a leggere le etichette e conoscere cosa fare, come intervenire se dovessero comparire sintomi [5].
In generale, comunque, è ormai risaputo che il consumo di alcol fa male alla salute quindi, anche se non si è allergici, è bene evitare o limitare al minimo il consumo di alcolici.
Bibliografia
- 1 . Vally H, Thompson PJ. “Allergic and asthmatic reactions to alcoholic drinks”. Addict Biol. 2003 Mar;8(1):3-11
- 2 . Mayo Clinic. Alcohol intolerance. Pubblicato il 6 aprile 2023
- 3 . Fondazione Veronesi. “I solfiti negli alimenti: che cosa sappiamo?”. Pubblicato il 2 dicembre 2022
- 4 . Maintz L, Novak N. “Histamine and histamine intolerance”. Am J Clin Nutr. 2007 May;85(5):1185-96
- 5 . Cleveland Clinic. “Alcohol Intolerance”. Pubblicato il 24 agosto 2020
- 6 . Rodríguez-Andrade E, Stchigel AM, Guarro J, Cano-Lira JF. “Fungal Diversity of Deteriorated Sparkling Wine and Cork Stoppers in Catalonia, Spain”. Microorganisms. 2019 Dec 19;8(1):12
- 7 . Istituto Superiore di Sanità. “Informazioni sanitarie nelle etichette delle bevande alcoliche: un’opportunità per scelte consapevoli e più salutari”. Pubblicato il 7 dicembre 2022
Autrice
Maria Frega è sociologa, specializzata in comunicazione, e scrittrice. Si occupa di scienza, innovazione e sostenibilità per un’agenzia di stampa e altri media. Sugli stessi temi cura contenuti per testi scolastici e organizza eventi di divulgazione con associazioni ed enti pubblici. È inoltre editor di saggistica e tiene corsi di scrittura anche nelle scuole e in carcere. I suoi ultimi libri sono Prossimi umani e Filosofia per i prossimi umani, con Francesco De Filippo per Giunti Editore. Tutti gli articoli di Maria Frega (Pensiero Scientifico Editore)
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