Il mese di ottobre è dedicato alla prevenzione del tumore al seno. L’Estetica Oncologica si occupa dei trattamenti di bellezza e benessere sulla persona in terapia antitumorale. L’Istituto di Medicina Generale e Public Health di Bolzano vuole contribuire a diffondere il messaggio affinché ad ogni persona in terapia oncologica venga garantito il diritto di mantenere un adeguato stile di vita.
“Una diagnosi di tumore al seno, anche quando viene comunicata con empatia e con tutte le rassicurazioni del caso, rappresenta uno shock, un evento devastante nella vita di qualunque donna, uno spartiacque indelebile tra un prima ed un dopo caratterizzato da sentimenti anche contrastanti come rabbia, paura ed incertezza sul presente e sul futuro”, sottolinea il Dott. Giuliano Piccoliori, Responsabile scientifico dell’Istituto di Medicina Generale e Public Health di Bolzano. “Poi ci sono le cure e quasi sempre l’operazione volta a estirpare quel corpo estraneo che si è annidato nella donna, c’è la mastectomia che rappresenta fisicamente ma anche psicologicamente una vera e propria mutilazione come in Sant’Agata da Catania, un’aggressione drammatica alla femminilità, al sentirsi donna che può intaccare la voglia di vivere, fino a portare a vere e proprie forme di depressione oltre a condizionare pesantemente la vita sessuale. Entrambi i fenomeni certo non supportano il corpo ed in particolare il sistema immunitario nella battaglia che ha ingaggiato contro il tumore”, evidenzia il Dott. Piccoliori.
“Per questo motivo bisogna incoraggiare le donne a qualsiasi età che vanno incontro ad una mastectomia a sottoporsi appena possibile ad una ricostruzione del seno che spesso può essere eseguita durante lo stesso intervento di mastectomia”, dice il Dott. Giuliano Piccoliori. “Certamente la ricostruzione del seno restituisce alla donna non solo una parte anatomica molto simbolica ma anche quell’integrità fisica e quindi al tempo stesso anche psichica che è stata compromessa fin dal momento della diagnosi. Ma non basta. La donna deve continuare o ritornare a prendersi cura di sé e del proprio corpo”, così l’appello del Dott. Piccoliori.
“Le terapie successive all’intervento, che si rendono spesso necessarie quali chemio- e radioterapia, causano cambiamenti del proprio aspetto fisico che incidono sull’immagine di sé della donna e sulla sua qualità di vita. Perdita di capelli, di ciglia o di sopracciglia, pelle secca, rush cutaneo sono alcuni degli effetti collaterali che spesso accompagnano il percorso di cura e che hanno un forte impatto psicologico, oltre che fisico. L’Estetica Oncologica presente spesso negli stessi centri oncologici si occupa di alleviare questi disagi e restituire di conseguenza sicurezza, voglia di vivere e qualità di vita”, mette in rilievo il Dott. Giuliano Piccoliori, Responsabile scientifico dell’Istituto di Medicina Generale e Public Health presso il Polo Universitario delle Professioni Sanitarie Claudiana di Bolzano.
Sensibilizzare l’opinione pubblica
L’Estetica Oncologica non è ancora molto conosciuta in Alto Adige. Per questo motivo l‘Istituto di Medicina Generale e Public Health di Bolzano ha parlato con la Dott.ssa Carolina Ambra Redaelli, Medico e Presidente dell’APEO (Associazione Professionale di Estetica Oncologica).
Patrick Rina: Presidente Redaelli, perché è importante prendersi cura della pelle, dei capelli e delle unghie durante una terapia oncologica?
Dott.ssa Carolina Ambra Redaelli: L’estetica oncologica ha un impatto positivo sulla qualità della vita della persona, sull’accettazione della malattia e sull’autostima. È importante mantenere la cute e i suoi annessi nelle migliori condizioni possibili per poter far fronte a tutti gli effetti secondari cutanei delle terapie oncologiche. Farmaci, radioterapia, chirurgia oltre ad avere un’azione mirata sulla malattia neoplastica causano danni e alterazioni all’anatomia e alla fisiologia della pelle.
La pelle con i suoi annessi è l’organo più esteso del nostro corpo, svolge molte funzioni tra cui: protezione da microorganismi patogeni, traumi fisici e chimici e raggi UV, ma anche una funzione sensoriale e socializzante. Una cute danneggiata è una cute che pizzica, che prude, che fa male, che ha un aspetto non gradevole. Tutte caratteristiche che vanno ad inficiare sulla qualità di vita.
Mantenere la cute di mani, piedi, viso, corpo e cuoio capelluto in buono stato può evitare la formazione di secchezza, desquamazione, alterazioni ungueali, ulcerazioni, lesioni che possono oltre che inficiare la qualità di vita e indurre il medico ad interrompere o modificare le terapie.
Quali possono essere gli effetti negativi di una terapia anti-tumorale sulla pelle, sui capelli e sulle unghie?
Le manifestazioni più frequenti sulla pelle e i suoi annessi sono: secchezza, disidratazione, fissurazioni e arrossamenti che possono comparire su tutto il corpo, incluso il cuoio capelluto; ispessimento e desquamazione sulla cute di mani e piedi con formazione di ragadi e paronichie che unite alle alterazioni ungueali danno luogo alla sindrome mano-piede (hand foot sindrome).
Le unghie possono frammentarsi, sollevarsi, ispessirsi e dar luogo a condizioni patologiche quali onicocriptosi, granulomi e pigmentazioni. Sul viso possono comparire rush cutanei con lesioni simili all’acne. Tra le terapie oncologiche non farmacologiche la radioterapia può generare radiodermiti che si manifesta con infiammazione cutanea, ulcere e necrosi dei tessuti.
L’Estetica Oncologica può contribuire a migliore la qualità della vita delle donne, essendo una “terapia per la cute e per l’anima?”
Sentirsi belle in terapia è importante ma sentirsi bene lo è ancora di più quindi la risposta è assolutamente sì, ma ad una condizione importante che è quella di basarsi su ricerca scientifica rigorosa e su pubblicazioni mediche in letteratura. La persona in terapia oncologica ha una pelle anatomicamente diversa e quindi va gestita e trattata in quanto tale. Lo skin care quotidiano deve essere mirato alle diverse caratteristiche cutanee dovute alle terapie.
L’organo pelle per le sue caratteristiche è determinante per la qualità di vita delle persone. Infatti, scientificamente esiste un valore che collega le condizioni cutanee alla qualità di vita che si chiama SRQoL (Skin Related Quality of Life).
A tal proposito esiste uno studio clinico, pubblicato nel 2018 su PubMed che ha coinvolto 170 donne con carcinoma mammario, che ha dimostrato l’efficacia dei protocolli effettuati da Specialiste in Estetica Oncologica APEO nella riduzione del distress e nel cambiamento positivo della SRQoL e quindi un miglioramento della qualità di vita, confermando così l’importanza di consigliare trattamenti estetici e prodotti cosmetici specifici durante e dopo la terapia oncologica.
Ci sono situazioni in cui le unghie sono così deteriorate da causare dolore e l’impossibilità di svolgere anche le più semplici azioni quotidiane come indossare delle scarpe o vestirsi.
Ci sono situazioni in cui la pelle è così danneggiata da impedire il proseguo delle terapie.
E ci sono situazioni in cui una donna non si riconosce più nel suo “nuovo aspetto”: magari ha perso capelli e ciglia, il colorito del viso diventa bianco pallido, le occhiaie sono più marcate e grazie all’estetica oncologica ritrova la forza di guardarsi di nuovo allo specchio e uscire nel mondo ad affrontare la vita con forza, determinazione e sicurezza.
Le Specialiste in Estetica Oncologica APEO attraverso un check-up iniziale, e l’applicazione di protocolli mirati al momento terapeutico della persona, effettuano: trattamenti viso per prevenire e alleviare rush, secchezza; trattamenti corpo e massaggi corpo; trattamenti mani e piedi specifici per alleviare fissurazioni, ragadi, secchezza e alterazione delle unghie. La prescrizione del corretto cosmetico da utilizzare durante i vari momenti della terapia è un altro importante ruolo della Specialista in Estetica Oncologica APEO.
Un tumore al seno è un trauma e sovente anche un tabù: perché secondo Lei è importante parlarne?
Il tumore al seno è una malattia che entra violentemente nella vita di una donna provocando un profondo senso di incertezza, impotenza e paura. È un’esperienza che investe tutte le dimensioni dell’esistenza. Una diagnosi oncologica riguarda principalmente il paziente ma coinvolge tutta la famiglia.
Il tumore della mammella è al primo posto per diffusione e numero di decessi nella popolazione femminile e questo dovrebbe far riflettere.
Parlarne è importantissimo perché permette alle donne di sentirsi meno sole, di sentirsi comprese e di avere un appoggio concreto in ambiti che non hanno a che vedere solo con l’aspetto delle terapie vere e proprie. Una diagnosi di cancro è devastante e ci sono tanti aspetti che sono importantissimi e che vanno oltre il mondo strettamente medicale ma hanno più a che vedere con la qualità di vita come l’Estetica Oncologica, la nutrizione, i diritti e gli aspetti legali che ruotano intorno al paziente.
Ci sono dubbi e domande che sorgono dopo e ci sono risposte che possono aiutare a vivere meglio il percorso terapeutico.
Una diagnosi tumorale è sempre un trauma psicologico e spesso anche fisico in quanto molte volte avvengono vere e proprie mutilazioni. La donna perde una parte di sé, quella parte che la fa sentire donna e magari le ha permesso anche di allattare il suo bambino.
Le donne a cui viene asportata una mammella dovrebbero sottoporsi ad una ricostruzione del seno?
La ricostruzione della mammella è un punto fondamentale nella riabilitazione fisica e psicologica delle donne sottoposte a mastectomia e permette di vestire abiti più “femminili” e di avere un miglioramento psicologico sia per la ricostituzione del proprio aspetto corporeo e sia per la consapevolezza e per il superamento della malattia.
Detto questo, si tratta di una decisione molto personale, che va rispettata. Ci sono donne che hanno fatto un lavoro strepitoso sull’accettazione del proprio corpo e di questa nuova immagine che decidono di non sottoporsi a ricostruzione mammaria ma di convivere con quelle preziosi cicatrici.
Quali sono le sfide future dell’Estetica Oncologica?
Il nostro sogno e il nostro obiettivo da quando è nata APEO è quello di inserire la Specialista in Estetica Oncologica nella multidisciplinarietà che mette al centro la persona in terapia oncologica. La persona in terapia oncologica necessita di molti professionisti: in primis oncologi, chirurghi, radioterapiasti, infermieri, fisioterapisti ma anche di altri professionisti come la Specialista in Estetica Oncologica che può aiutare il paziente, affiancando il personale sanitario durante il percorso della malattia.
La sfida più grande è che la Specialista in Estetica Oncologica diventi un punto di riferimento per medici, infermieri e pazienti. Che possa essere vista come la figura che può accompagnare il paziente dalla diagnosi al follow-up intervenendo con prescrizioni cosmetiche per la skin care quotidiana, con trattamenti e manualità estetiche specifiche al momento terapeutico.
Un sogno questo, che sta diventando realtà grazie alla pubblicazione il 14 luglio scorso della Prassi di Riferimento Uni UNI/PdR 130:2022 che ha visto collaborare APEO con l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM). La prassi di riferimento indica l’importanza dell’inserimento della Specialista in Estetica Oncologica APEO nel percorso terapeutico del paziente oncologico.
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