Non c’è dubbio che mangiare frutta e verdura faccia bene alla salute. Al contrario, se sia meglio sbucciarle o meno è ancora oggetto di dibattito. La maggior parte delle persone tende a togliere la buccia per preferenza di gusto o per paura dei pesticidi, ma siamo sicuri sia la scelta giusta? Il sito dottoremaeveroche.it risponde a questa domanda.
Un articolo di Rebecca De Fiore (Pensiero Scientifico Editore)
Questo è un articolo tratto da dottoremaeveroche.it. Il sito offre alla popolazione un’informazione accessibile, scientificamente solida e trasparente, e ai Medici strumenti comunicativi nuovi. Dottoremaeveroche.it collabora regolarmente con l’Istituto di Medicina Generale e Public Health di Bolzano per pubblicare e divulgare informazioni sanitarie.
Dottore, mi sta dicendo che è meglio non sbucciare frutta e verdura?
Frutta e verdura fanno così bene al nostro organismo [1] perché sono ricche di vitamine, minerali, fibre e diverse sostanze fitochimiche (ovvero quelle sostanze che si trovano naturalmente nelle piante), che sembrerebbero proteggere da malattie cardiovascolari e diabete di tipo 2 [2]. Basti pensare che nel 2017 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riferito che circa 3,9 milioni di morti avvenute durante l’anno in tutto il mondo erano attribuibili a persone che non mangiavano abbastanza frutta e verdura [3].
Molti di questi nutrienti, ad esempio la vitamina C o minerali come il ferro e lo zinco, si trovano in maggiori quantità proprio nelle bucce. In particolare, nella buccia di sette ortaggi a radice: barbabietola rossa, senape selvatica, carote, patate dolci e patate bianche, ravanelli e zenzero [4].
Per quanto riguarda la frutta, invece, può essere utile fare un esempio concreto: secondo il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti le mele crude non sbucciate contengono il 15% in più di vitamina C, il 267% in più di vitamina K, il 20% in più di calcio, il 19% in più di potassio e l’85% in più di fibre rispetto alle mele sbucciate [5].
Inoltre, le fibre presenti nella buccia possono aiutarci a sentirci sazi più a lungo facendoci mangiare un po’ meno [6,7,8].
Ci sono altri motivi per cui conviene mangiare la buccia?
Un altro motivo per non scartare le bucce è legato all’impatto che hanno sull’ambiente. Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, il cibo non consumato genera tra l’8% e il 10% delle emissioni mondiali di gas serra [9]. Il cibo che marcisce nelle discariche, infatti, rilascia uno dei gas serra più inquinanti: il metano.
Anche per questo, se si dovesse scegliere di sbucciare frutta e verdura, si possono trovare dei modi per riutilizzarla. Se si vive in campagna o si ha un giardino si possono utilizzare per il compostaggio [10]. Esistono, poi, anche tante ricette che prevedono l’utilizzo delle bucce [11]. Possono essere, ad esempio, inserite nei passati di verdura, cotte in forno con un po’ d’olio e mangiate come chips croccanti. La buccia della frutta, invece, può essere utilizzata per fare marmellate (soprattutto quella d’arancia) o per aromatizzare tè e tisane.
Senza sbucciare frutta e verdura rischiamo di mangiare pesticidi?
La legislazione europea, e quindi anche quella italiana, è molto severa in questo senso. Esiste un tempo di carenza in cui l’agricoltore deve interrompere qualsiasi tipo di trattamento sulla coltura prima che il frutto arrivi sul banco del venditore o al supermercato così che vengano dispersi i residui di pesticidi. Inoltre vengono fatti sistematicamente controlli [12].
È comunque giusto fare attenzione e dedicare un po’ di tempo al lavaggio, strofinando con una spazzola rigida frutta e verdura sotto l’acqua fredda. In questo modo siamo sicuri di rimuovere anche lo sporco. Inoltre, anche alcune tecniche di cottura, come l’ebollizione e la cottura a vapore, possono ridurre i residui di pesticidi.
Dottore, mi ha convinto: non sbuccerò più frutta e verdura…
Bene, ma comunque non serve esagerare. Alcuni prodotti devono necessariamente essere sbucciati poiché le parti esterne sono immangiabili, non hanno un buon sapore, sono difficili da pulire o possono causare danni [13]. Le bucce dell’avocado o del melone, ad esempio, sono considerate non commestibili, mentre quelle delle cipolle possono avere una consistenza dura difficile da masticare e da digerire. Altre bucce, invece, posso essere mangiate dopo cottura: pensiamo alla zucca, la cui buccia cuocendola diventa morbida, o agli agrumi.
Comunque se l’idea di mangiare frutta e verdura con la buccia ti fa venire voglia di non mangiarne più o di ridurne la quantità, è meglio continuare a sbucciarla!
Bibliografia
- 1 . Ministero della Salute. “Mangia sano. Salute a portata di mano – Decalogo per il consumo di frutta e verdura”. Ultimo aggiornamento: 26 aprile 2021
- 2 . FAO. “FAO/WHO International Workshop on Fruits and Vegetables 2020 in preparation for the International Year of Fruits and Vegetables 2021”
- 3 . Organizzazione Mondiale della Sanità. “Healthy diet”. 29 aprile 2020
- 4 . Khattak KF, Rahman TU. “Analysis of vegetable’s peels as a natural source of vitamins and minerals”. International Food Research Journal 24(1): 292-297 (February 2017)
- 5 . USDA. “FoodData Central Search Results. Apples, raw, with skin (Includes foods for USDA’s Food Distribution Program)”. Ultimo accesso: 14 dicembre 2022
- 6 . Chambers L, McCrickerd K, Yeomans MR. “Optimising foods for satiety”. Trends in Food Science & Technology, 2015, 41.2: 149-160
- 7 . Wynne K, Stanley S, McGowan B, et al. “Appetite control”. J Endocrinol 2005 Feb;184(2):291-318
- 8 . Clark MJ, Slavin JL. “The effect of fiber on satiety and food intake: a systematic review”. J Am Coll Nutr 2013;32(3):200-11
- 9 . FAO. “Tackling food loss and waste: A triple win opportunity”. Ultimo accesso: 14 dicembre 2022
- 10 . Soil Association. “Make your own compost”
- 11 . Rossi B. “Come riutilizzare le bucce in cucina”
- 12 . Fondazione Veronesi. “Frutta: meglio mangiarla con la buccia o senza?”. 25 settembre 2015
- 13 . “Should You Peel Your Fruits and Vegetables?”. Healthline, 7 gennaio 2022
Autrice
Rebecca De Fiore ha conseguito un master in Giornalismo presso la Scuola Holden di Torino. Dal 2017 lavora come Web Content Editor presso Il Pensiero Scientifico Editore/Think2it, dove collabora alla creazione di contenuti per riviste online e cartacee di informazione scientifica. Fa parte della redazione del progetto Forward sull’innovazione in sanità e collabora ad alcuni dei progetti istituzionali con il Dipartimento di epidemiologia del Servizio sanitario regionale del Lazio.
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